“… Devi impegnarti in prima persona, riappropriandoti di te stesso. È un vantaggio al quale non puoi
rinunciare…”
“… Devi impegnarti in prima persona, riappropriandoti di te stesso. È un vantaggio al quale non puoi
rinunciare…”
“… Devi impegnarti in prima persona, riappropriandoti di te stesso. È un vantaggio al quale non puoi
rinunciare…”
Teoria, pratica ed esercizi sono di fondamentale rilievo nello studio della dattilografia, una chance lavorativa per chi ha dita e mente sveglia.
La digitalizzazione è un vento che soffia forte sul nostro stile di vita. Spira inarrestabilmente, portando con sé tante novità e travolgendo ciò che non è “smart”, perché ormai lento e obsoleto. C’è però qualcosa che, nonostante risalga alla preistoria tecnologica, non vuole saperne di farsi da parte. È la dattilografia, tecnica fondamentale nel mondo della comunicazione analogica e che oggi, mentre la Rivoluzione digitale procede sempre più spedita, si rifà il look per adeguarsi ai tempi.
Dalla seconda metà dell’Ottocento (periodo in cui fu ideata) e per tutto il secolo successivo, il dattilografo è stato fondamentale per utilizzare i supporti di scrittura (su tutti, le macchine da scrivere). E se il nuovo millennio ha visto il consolidamento prima e l’egemonia poi di computer e altri dispositivi informatici, ciò non significa che non si avverta più il bisogno di soggetti capaci di vantare una certa abilità nello scrivere. Perché saranno pure “smart”, ma spesso questi nuovi supporti richiedono l’inserimento di dati, attività che deve essere svolta utilizzando le dita.
Ed è proprio questo il motivo per cui ancora oggi i dattilografi rappresentano figure professionali di un certo spessore nel mercato del lavoro. La dattilografia, arte che resiste al tempo adeguandosi a esso, può dunque arricchire in maniera interessante il curriculum di chi è alla ricerca di un’occupazione. Per conoscere e affinare tale tecnica, è imprescindibile la partecipazione a un apposito corso. Non è complicato trovare il più adatto alle proprie esigenze, essendo essi generalmente erogati con molta frequenza dagli enti pubblici (in particolare da Regioni, Comuni e Province), ed essendo possibile partecipare a essi anche in modalità online. Un vantaggio non di poco conto, che facilità la vita di chi è in cerca della prima occupazione nonché di chi intenda migliorare la propria posizione nelle graduatorie ATA. Posizione che, nello specifico, può ambire a un miglioramento dal momento che l’attestato di partecipazione al corso vale un punto per il profilo di assistente amministrativo scolastico.
Al centro del programma d’istruzione vi è la tastiera, e non potrebbe essere altrimenti. Pertanto, gli insegnamenti del corso vertono tutti su questo argomento, sia dal punto di vista teorico che pratico. I partecipanti avranno dunque modo di apprendere la storia e l’evoluzione della tastiera, di cui riusciranno a carpirne tutti i segreti grazie a specifiche lezioni riguardanti:
Ampio spazio sarà anche dedicato all’impaginazione. Pertanto, ai corsisti verranno illustrate le metodologie migliori per impostare in maniera corretta un documento. A completare l’opera, le ore di studio dedicate all’ergonomia e alla postura. Dovendo trascorrere molto tempo alla postazione pc, è opportuno conoscere gli accorgimenti da tenere sempre a mente per evitare sgradevoli ripercussioni su muscoli, ossa e articolazioni.
Duecento sono le ore complessive di corso, di certo non tutte spese a studiare l’aspetto teorico della dattilografia. Parte di esse vengono infatti impiegate per favorire la pratica. Ed è qui che risultano fondamentali le esercitazioni, il cui scopo è quello di velocizzare l’utilizzo della tastiera, garantendo al tempo stesso un risultato apprezzabile. Oltre la teoria c’è dunque un mondo fatto di contatti diretti tra dita e tasti, tra occhi e display. Il primo passo in tal senso è infatti quello di sfidare se stessi a non guardare il percorso compiuto dai polpastrelli, bensì soltanto ciò che compare sullo schermo. A riguardo, è utile l’esercizio visivo: fissare per qualche minuto il posizionamento dei tasti, e in seguito provare a scrivere senza più abbassare lo sguardo, rappresenta una sorta di breve e iniziale incursione nel mondo della dattilografia.
Una volta acquisita una certa dimestichezza, ci si potrà misurare con la rapidità di esecuzione. Solitamente, lungo il percorso di formazione sono previste esercitazioni da svolgere in rapidità. Esse prevedono la compilazione di un testo in un certo lasso di tempo, che varia a seconda del grado di abilità raggiunto dal singolo partecipante. Si parte con un documento da redigere in 10 minuti, uno spazio temporale tutto sommato consono a chi muove i primi passi lungo la strada della dattilografia. Superato il primo livello, il tempo si riduce sempre più. Dapprima vengono concessi 5 minuti, poi 2 e infine soltanto 60 secondi. Oltre al ticchettare dell’orologio, ad aumentare il coefficiente di difficoltà vi è anche il fatto che il testo si arricchisce man mano di un numero sempre crescente di elementi. Non soltanto lettere, ma anche segni di scrittura e numeri, che il candidato dovrà inserire senza dare alcuna sbirciatina alla tastiera.
Misurarsi con le proprie abilità, divertirsi a testare il proprio livello di confidenza con la dattilografia, è qualcosa che si può fare anche oltre l’orario delle lezioni. Ciò è reso possibile dalle ampie possibilità che il web riserva agli aspiranti dattilografi. Tutorial e manuali disponibili in PDF sono le risorse che la rete mette a disposizione di chi voglia continuare ad allenarsi in qualsiasi momento. Senza poi tralasciare l’importanza dei tanti software per la dattilografia, strutturati in video, guide e giochini piacevoli e istruttivi. Insomma, la parola d’ordine è divertimento: il modo migliore per favorire l’apprendimento di una tecnica di scrittura sempreverde, capace di sbarazzarsi del marchio analogico e di proiettarsi con slancio nell’era multimediale.