“… Devi impegnarti in prima persona, riappropriandoti di te stesso. È un vantaggio al quale non puoi
rinunciare…”
“… Devi impegnarti in prima persona, riappropriandoti di te stesso. È un vantaggio al quale non puoi
rinunciare…”
“… Devi impegnarti in prima persona, riappropriandoti di te stesso. È un vantaggio al quale non puoi
rinunciare…”
È bene conoscere le varie forme di e-learning. In un mondo rivoluzionato dalla digitalizzazione, restare analogici significa essere tagliati fuori.
Si potrebbe pensare che l’e-learning sia soltanto uno degli innumerevoli stravolgimenti indotti dal CoViD-19. Qualcosa che i tempi di emergenza hanno reso necessario, l’unico sentiero percorribile per garantire la didattica durante le restrizioni, ma destinato a essere abbandonato allorché il virus sarà soltanto un pallido ricordo. Eppure, l’istruzione a distanza è molto più di questo. Sicuramente, nella fase più acuta della pandemia, il fenomeno si è tradotto in prassi sia in ambito scolastico che universitario, tuttavia esso non può essere catalogato come esperienza episodica. Parliamo infatti di una nuova modalità di istruzione che, sfruttando le risorse tecnologiche più innovative, si pone al passo con i tempi e cerca di conquistare una platea che sia la più ampia possibile, così da favorire il diritto allo studio e – allo stesso tempo – debellare l’annosa e spinosa questione della dispersione scolastica.
Un fenomeno precedente la pandemia. Sebbene proprio nei mesi più duri del lockdown abbia mostrato i suoi punti di forza e di debolezza, l’e-learning rappresenta un punto di svolta slegato dalle vicende pandemiche. Ben prima che le mascherine comparissero sui nostri visi, l’istruzione a distanza era infatti già una realtà in via di formazione, poi diffusasi sempre più ampiamente.
Essa costituisce un passaggio epocale, una tappa fondamentale nella storia della rivoluzione informatica che ha investito ormai ogni settore. Dall’industria alla pubblica amministrazione, dalla domotica al tempo libero, non vi è ambito umano che non sia stato interessato dalla digitalizzazione. Tale processo non ha risparmiato neppure il mondo dell’istruzione e della formazione, in cui gli strumenti digitali hanno permesso il fiorire di una nuova modalità di didattica, per l’appunto quella da remoto. Dunque, anche la scuola e l’università sono diventate smart, sfruttando i vari canali che confluiscono tutti nel grande bacino dell’istruzione a distanza.
E in effetti, parlare di grande bacino può essere metaforicamente adatto. Questa figura ben si presta a far comprendere cosa sia l’insegnamento da remoto, un unico grande concetto ma declinabile in più forme. Una di esse è la Formazione A Distanza (FAD) che consente di conseguire titoli di studio o di migliorare le proprie competenze in specifici ambiti professionali. Dalla scelta del corso all’esame finale, qui tutto si svolge online. Optando per questa tipologia di istruzione da remoto, l’interessato non dovrà far altro che dotarsi di una postazione internet, l’unica strumentazione richiesta. Essa permetterà di accedere alla piattaforma digitale, luogo in cui è possibile optare per il corso di formazione più adatto alle proprie esigenze e in cui, mediante appositi test, si potranno verificare le proprie abilità nelle materie oggetto del percorso formativo opzionato. Alla scelta seguirà poi l’iscrizione – anch’essa effettuata online – e il download del materiale didattico. Quanto alle lezioni da seguire, la flessibilità è massima. Non esistono vincoli di orari, né è richiesta la presenza, il che rende la FAD adatta a chi ha poco tempo da dedicare alla propria crescita culturale, ma ciononostante non intende rinunciarvi. Al termine del corso è poi previsto un esame finale, dal cui buon esito dipende il rilascio del relativo attestato di frequenza, che garantisce punti nelle graduatorie e crediti di formazione professionale.
La sigla sta per Didattica Integrata Digitale e designa una metodologia di apprendimento che prevede presenza in aula e lezioni video. Si tratta di una forma di insegnamento che, in epoca pandemica, è stata ampiamente utilizzata al fine di evitare il sovraffollamento delle classi. Essa è tuttora prevista come mezzo di contrasto al contagio; vige infatti l’obbligo per ogni scuola di dotarsi di un apposito piano DID, da utilizzare nel malaugurato caso in cui la circolazione del virus dovesse riprendere la sua corsa. Questa tipologia di e-learning è complementare e obbligatoria (in alternativa alle lezioni in presenza) per le scuole secondarie di II grado, mentre è utilizzabile solo in caso di emergenza per le scuole primarie e per quelle secondarie di I grado.
Sarebbe riduttivo confinare però la DID alla sola fase pandemica. Tale strumento risulta altresì apprezzabile in ogni momento, poiché favorisce l’approfondimento di determinati argomenti che, mediante videolezioni (accessibili mediante registrazione su un’apposita piattaforma) possono trovare spazi altrimenti difficilmente ricavabili nel corso delle lezioni in presenza.
Ancor più legata al periodo pandemico è la Didattica a Distanza (DAD), che il virus ha posto sugli altari della cronaca come unico strumento per garantire l’apprendimento degli studenti nella fase del lockdown. Si tratta di un insegnamento che, come lascia intendere il nome stesso, esclude del tutto la presenza nello stesso spazio fisico di docenti e allievi, i quali – invece – si riuniscono virtualmente utilizzando piattaforme digitali appositamente create. Come già detto, la DAD è divenuta abitudine durante la fase acuta della pandemia, nel corso della quale ha evidenziato sia la propria funzionalità che i propri limiti, spesso dovuti alla carenza di infrastrutture digitali o all’analfabetizzazione informatica. Tuttavia, al pari della DID, anche la DAD è fenomeno che prescinde la presenza del virus nelle nostre vite. Prim’ancora che il CoViD-19 divenisse una temibile presenza, questa metodologia didattica era già ampiamente attiva nel campo dell’e-learning: webinar, videolezioni e videoconferenze sono i campi in cui la DAD si è potuta esprimere già da qualche anno, migliorando poi nel tempo grazie anche a innovazioni informatiche che hanno favorito l’utilizzo delle piattaforme digitali e, in generale, hanno riservato all’e-learning un posto in prima fila nella rivoluzione digitale.