“… Devi impegnarti in prima persona, riappropriandoti di te stesso. È un vantaggio al quale non puoi
rinunciare…”
“… Devi impegnarti in prima persona, riappropriandoti di te stesso. È un vantaggio al quale non puoi
rinunciare…”
“… Devi impegnarti in prima persona, riappropriandoti di te stesso. È un vantaggio al quale non puoi
rinunciare…”
Il diploma in moda rappresenta una delle alternative più interessanti a disposizione dei ragazzi in età formativa. In un mercato del lavoro sempre più saturo, studiare moda significa avere le possibilità di sfruttare le occasioni fornite da un settore che non conosce crisi.
La moda non è soltanto flash e riflettori, né può ridursi unicamente all’insieme delle fashion weeks sulla rotta New York–Parigi–Milano. Essa è molto di più. È un mondo vario e vasto, che va dai laboratori sartoriali alle passerelle, dalle stoffe pregiate alle copertine satinate. È un meccanismo complesso, il cui perfetto funzionamento si basa sulla presenza di determinate figure professionali delle quali la fashion industry ha assiduamente bisogno, e che cerca anche fra giovani dotati di quelle specifiche competenze acquisibili studiando moda.
Il corso di studi in moda si snoda lungo un complesso e articolato programma, che va ad abbracciare una pluralità di materie, tutte indispensabili per muoversi con agilità tra i meandri della haute couture. Provando a riassumere le numerose discipline trattate, si può dire che agli studenti è offerta la possibilità di apprendere le migliori tecniche di progettazione e realizzazione di capi e accessori moda. In aggiunta a ciò, è previsto lo sviluppo delle capacità di comunicazione e marketing, discipline essenziali per favorire la promozione del brand.
Acquisite queste skills, i diplomati hanno tutte le carte in regola per aspirare agli sbocchi professionali più frequenti nell’ambiente della moda. Tra essi, una menzione speciale merita il ruolo di designer. Anche noto come stilista, è l’ideatore delle collezioni di moda; basandosi sui trend del momento, il designer delinea un segmento ben specifico, armonizzando le tendenze più in voga con il proprio genio artistico.
Il modellista ha il delicato compito di trasformare le opere del designer in abiti veri e propri; è quindi la persona incaricata di dare concretezza alle idee dello stilista, mediante la scelta dei tessuti più ideali. Questa figura professionale fa da custode delle idee dello stilista, proteggendone la bellezza fino al processo di confezionamento. È l’anello di congiunzione tra l’arte del designer e la fase di produzione del capo di abbigliamento.
Il tecnico di confezione è uno dei protagonisti fondamentali nella fase di realizzazione di un capo di abbigliamento. A lui sono riservate le scelte finalizzate a garantire la migliore vestibilità dei modelli. Selezionando i tessuti migliori e individuando le tecniche di taglio e cucitura più idonee, il tecnico di confezione assume un ruolo fondamentale nei confronti della clientela: fare in modo che un modello non sia soltanto meraviglioso, ma sia altresì di regalare il massimo del comfort.
Indispensabile nel processo produttivo, il tecnico del controllo qualità assicura il costante mantenimento dei migliori standard qualitativi lungo l’intero arco di produzione del capo, dalla fase di realizzazione fino a quella di commercializzazione. È un professionista in formazione continua, al quale è richiesto di svolgere al meglio la propria mansione mantenendosi costantemente aggiornato sulle più recenti tecniche di produzione e marketing.
Gli sbocchi professionali per chi studia moda non si esauriscono qui. Meritano di essere annoverati i professionisti che lavorano nella comunicazione, in particolare il giornalista di moda e il fashion blogger. Se il nostro sogno è diventare fashion journalist, il diploma in moda potrà fornirci le competenze giuste per affrontare l’argomento con cognizione di causa. E non c’è da preoccuparsi quanto alle possibilità di ottenere un impiego; numerosi sono gli sbocchi professionali per chi vuol scrivere di moda, essendo numerosi i rotocalchi e i siti web incentrati su stile e abbigliamento. Come il giornalista di moda, anche il fashion blogger si dedica con professionalità alla comunicazione, e lo fa in prima persona, scrivendo sul proprio sito e sfruttando il dinamismo e la spigliatezza dei social network, strumento perfetto per veicolare messaggi relativi a stile, accessori, e tendenze. Discorso simile vale dunque per il Social media manager specializzato nel settore. L’influencer, invece, più che un lavoro dovrebbe essere considerato l’evoluzione di un’altra professione. Un giornalista, un blogger, una modella, ad esempio, possono diventare influencer e solo allora farne un’ulteriore professione. Ma lavorano nella comunicazione anche il videoreporter e il fotografo di settore, che devono conoscere bene le loro reflex, ma che è bene abbiano dimestichezza anche di tessuti, tagli e tendenze.
Moda e Italia: un’associazione di idee rafforzatasi nel corso degli anni grazie alla sapiente professionalità dei nostri stilisti, che hanno portato la fashion industry a fatturare cifre di tutto rilievo. Da Napoli a Milano, è lungo l’elenco dei maestri della moda divenuti icone apprezzate da attori, politici, teste coronate e stelle dello sport . Si pensi a Giorgio Armani, che ha conquistato dapprima i favori del pubblico milanese per poi farsi apprezzare su scala mondiale. E se la moda meneghina si è imposta con vigore, quella partenopea non è stata da meno. La maison Rubinacci, fondata nel 1932 dal capostipite Gennaro, è una realtà che detta legge nel campo della moda, un vero e proprio punto di riferimento per ogni arbiter elegantiarum. Pur essendo di più recente fondazione (1968) un emblema della sartoria napoletana è anche la casa di moda Kiton di Ciro Paone che, iniziando dal suo atelier di Arzano, è divenuto uno dei nomi più celebri dell’eleganza maschile nel panorama internazionale.